Imparare a leggere

Studio il Dari ormai da un anno, sono arrivata ad un livello tale per cui posso chiedere di cambiare la dinamo del generatore, verificare che l’idraulico abbia riparato la fogna per bene e conversare con i tassisti – spesso di Dio e di questioni religiose a cui difficilmente riesco a dare risposta.

Sin dall’inizio ho imparato l’alfabeto, ma è solo da una settimana che ho cominciato a fare esercizi di lettura ad alta voce.

Mi sono sentita di nuovo una ragazzina e mi è tornata in mente Suor Fidalma, la suora vecchissima che mi dava ripetizione di lettura. Da piccina, mi ci è voluto tantissimo tempo per imparare a leggere. Il mio primo oculista aveva sbagliato la prescrizione delle lenti e nonostante avessi dei giganteschi occhiali rosa confetto, fondamentalmente non vedevo un granché e le lettere sulla pagina si confondevano.

Strano pensare come il mio primo rapporto attivo con i libri sia stato caratterizzato dalla fatica e dalla frustrazione, ed è bello guardarsi indietro e vedere quante cose siano cambiate.

Imparare a leggere da adulta si sta rivelando un’esperienza fondamentale nella mia formazione personale. E’ un confronto con me stessa e con i miei limiti: c’è poco da bluffare e non ci sono sconti. Sillabare ad alta voce è imbarazzante – ho l’impressione di arrossire ogni volta che leggo una parola – fare errori banali è frustrante, ma arrivare in fondo alla prima riga, stanchissima dopo cinque parole, è un’esperienza assolutamente indimenticabile. Sayed, il mio fantastico maestro, ha trovato la giusta misura: mi prende in giro e mi incoraggia, mi aiuta a ridere delle mie difficoltà e a non prendermi troppo sul serio.

Si dà così tanto per scontato, su noi stessi sulle nostre capacità e su quello che ci sembra ci sia dovuto. Ricominciare da zero, mi sta ricordando l’importanza dell’umiltà, la soddisfazione dei piccoli passi e la gioia genuina dei traguardi semplici.